Domenico Infurna

Storia e tradizione.

Domenico è tanto bravo quanto modesto: i suoi presepi sono dei veri capolavori!

Quando hai iniziato a svolgere questo mestiere?

Molto tardi purtroppo e abbastanza casualmente. Avevo visto dei presepi esposti in un negozio, ma non erano quelli che si vedevano abitualmente nei centri commerciali.
Erano così particolari che ne rimasi affascinato. Così ho voluto provare a farne uno io. E da lì sono partito, affinando sempre più le tecniche. Ho potuto imparare molto anche da due miei amici molto bravi e soprattutto osservando attentamente il lavoro dei Maestri di San Gregorio Armeno, dove mi recavo spesso, con grande curiosità!

Quante ore di lavoro richiede la realizzazione di un pezzo e qual è il procedimento?

Non si possono quantificare perché dipende dalla grandezza del presepio, dall’ispirazione di quel momento e da quanto ci metti a realizzare una scena che ti faccia sentire soddisfatto! È artigianato, è arte: non ci sono tempi o ritmi. Sei tu, con la tua fantasia e con quello che vuoi realizzare!

Hai mai pensato di insegnare questa tecnica così rara e poco conosciuta?

Potrei, ma non mi sento all’altezza, perché ho ancora tanto da imparare io!

Cosa significa portare avanti un mestiere antico e raro che rischia di scomparire?

Significa stare attaccato alle tue radici, sentirti parte di una storia e di una comunità. Significa avere un’identità!

Cosa ami di più del tuo lavoro?

Amo il fatto che posso connettere le mie mani alla mia fantasia; che posso materializzare attraverso il sughero, ciò che provo nel vedere un rudere, un borgo e tutto ciò che riconduce ogni cosa alla semplicità!

Perché il tuo mestiere è così importante?

Non so quanto sia importante, mi basta sapere che è importante per me, perché mi permette di farmi stare in pace con me stesso.